Panoramica
5 Novembre 2019
Suggestivi resti tra i boschi: una Chiesa romanica risparmiata, tratti di mura, una delle porte, ruderi di una torre e delle case. I legami con fra’ Domenico Buonvicini condannato a morte con Fra’ Girolamo Savonarola. Lo strano caso di un Castello distrutto sia dai nemici che … dagli amici.
Mentre le dieci Castella della “Svizzera Pesciatina” si raggiungono oggi tutte in auto, esiste anche l’undicesima, Lignana, nascosta nei boschi della omonima montagna, l’unica disabitata, distrutta o quasi, che necessita da un minimo di venti minuti ad un massimo di cinquanta di cammino, per escursionisti medi, a seconda del punto di partenza e della pendenza scelti.
Più breve e pianeggiante se si raggiungono in auto le Serrine di Pontito e quindi si parcheggia a Pian della Gombola. Più lunga e ripida, invece, l’escursione da Montaione, poco sopra il paese di Sorana. Si parcheggia presso l’omonimo Agriturismo. Poco prima, sulla sinistra, inizia il sentiero Cai n.54, siamo a 560 metri s.l.m.; per un tratto (circa 15 minuti) largo ed agevole poi, per raggiungere Lignana, 810 metri s.l.m., si deve percorrere un viottolo ripido (circa 35 minuti). Gps 43°58’32.9″ N ; 10°43’30.2″ E (con Google Maps: 43°58’32.9″N 10°43’30.2″E).
In entrambi i casi si giunge a quel che resta della Castella di Lignana (o Ligliana).
Sono sopravvissuti tratti di mura spesse con una porta ben conservata, più in alto quella che sembra essere stata in origine una torre di difesa e avvistamento, con tutta una serie di pietre locali alla base, stesse pietre tutto intorno alle mura lasciano intravedere le piante delle abitazioni di metà Trecento. Il “gioiello” non distrutto è rappresentato, dentro le mura, dalla suggestiva Chiesa dei Santi Jacopo e Santa Caterina. All’interno c’è un’altare, una grande croce di ferro, un’icona, un registro con le firme dei pochi visitatori. Al centro del tetto un bel buco, che fino a poco tempo fa lasciava vedere purtroppo il cielo; di recente sul tetto è stato “ancorato” per fortuna un robusto tendone. In attesa di restauri, è destinato ad evitare la rapida distruzione della Chiesa. Di fronte alla Chiesa un altro piccolo edificio, con il tetto restaurato.
Lignana è stata vittima della sanguinosa guerra tra Fiorentini e Pisani del 1362-1364. Semidistrutta dai Pisani nel 1364, fu riottenuta da Firenze con la pace firmata a Pescia quello stesso anno.
Fu un trattato importante. Come riferisce Francesco di Ottavio Galeotti nelle “Memorie” del 1659, venne firmato nella Chiesa di San Francesco di Pescia il 28 Agosto 1364, dopo una trattativa alla quale avevano preso parte due Legati Pontifici, i fiorentini “mandorno cinque Imbasciatori, quattro i Pisani..et uno da Lucca…due Imbasciatori mandò il Doge di Genova, con molte conditioni, tra le quali fu ch’ à fiorentini restasse Pietrabuona, che fu causa della guerra…”
La pace di Pescia è ricordata anche dai versi di Antonio Pucci (1310-1388)
“… E diedero i pisan, se ‘l dir non erra
A’ fiorentin Castelvecchio e Ligliana
E Pietrabuona, per cui fu la guerra
E Altopascio e la Rocca Sovrana…”
Rocca Sovrana è la denominazione antica – già citata dallo storico Villani – dell’attuale Sorana, castella sottostante a Lignana.
Lignana fu quindi vittima dei Pisani ma, una volta riconquistata, furono i Fiorentini a decretarne la fine, decidendo di non ricostruirla ed anzi finendo, poco tempo dopo, il lavoro di distruzione, che risparmiò soltanto gli edifici religiosi e quel tratto di mura e porta di accesso giunti ai nostri giorni.
Scriveva infatti Giuseppe Ansaldi, pubblicato postumo nel 1879:
“Soffrì molto nel medio evo pei danni recatile dai Pisani e dai Lucchesi, i quali presidiavano il castello di Lucchio e di Pietrabuona che fu grande baluardo dell’oste ghibellina. Da Pietrabuona e da Lucchio calavano ogni tanto ai danni della misera contrada le orde nemiche, e massime poi nell’inverno, quando in paese non erano rimasti che donne e fanciulli, per essere gli uomini nelle maremme a pascolare i greggi. Infatti 1363 questa contrada fu quasi disfatta dal presidio pisano che aveva una stanza nella rocca di Pietrabuona…
Dopo la conclusione della pace fra i Fiorentini, il Duca di Milano, i Pisani ed i Lucchesi (1364), questi poveri terrazzani riposarono dalle sciagure sofferte, ma per poco; perché la signoria di Firenze, vedendo che il castello era ormai a tale stato ridotto, che non si poteva senza grave spesa riedificare e senza gravissima difendere, deliberò fosse disfatto dai fondamenti. Questa risoluzione della Repubblica Fiorentina fu tosto messa ad effetto. Due compagnie di soldati difilarono a Lignana, ed intimarono a quei poveri terrazzani, che tempo tre giorni abbandonassero il castello, e portassero seco le masserizie ed i bestiami, perrocché la loro patria doveva essere, d’ordine della Signoria di Firenze, inevitabilmente distrutta… al termine stabilito i soldati appiccarono il fuoco al paese, atterrarono le opere fortificate, e, ad eccezione della chiesa che lasciarono intatta, ridussero il tutto in un ammasso di macerie e di ceneri. Così ebbe fine il castello di Lignana. Quaranta o cinquanta famiglie che quivi abitavano, presero quasi tutte stanza in Sorana, ove furono cortesemente accolte coi loro armenti; poche ripararono a Lanciole, pochissime a Castelvecchio…”.
Risulta però che alcuni superstiti furono ospitati anche a Firenze, la importante famiglia Buonvicini, per esempio. Quella che avrebbe dato anni dopo membri alla Chiesa, tra i quali Fra’ Domenico Buonvicini, nato a Pescia nel 1450, che – insieme a Fra’ Girolamo Savonarola e a Fra’ Silvestro Maruffi – sarà impiccato e poi arso in Piazza della Signoria, a Firenze, maggio 1498. Le ceneri furono poi gettate in Arno, “”acciò che alcuno non portasse via delle loro reliquie” .
Foto e testo di Paolo Landi.
English version below

Sopra il paese di Sorana, nei pressi del parcheggio dell’Agriturismo il Montaione, circa 560 metri s.l.m. Da qui parte il sentiero per Lignana, 810 s.l.m. Bella vista sulla verde montagna di fronte. Visibile la casa dei pastori, circa mille metri, il Rifugio Uso di Sotto invece è sulla sinistra della foto, a livello leggermente basso, nascosto dalla vegetazione.
L’Agriturismo Montaione, riferimento per uno dei punti di partenza per le escursioni verso il semi-distrutto borgo e castello di Lignana.
Dopo pochi minuti dall’inizio della salita, si incontra sulla destra una Cappella un po’ malridotta ma di solida struttura, costruita nel 1884 dalla famiglia Verreschi.
Interno della Cappella Verreschi (1884).
La lapide posta sulla destra dell’altare della Cappella Verreschi, realizzata dalla famiglia “per divozione”.
Al primo bivio si incontra la segnaletica per Lignana. Da qui il sentiero si ridurrà spesso ad un viottolo con una pendenza abbastanza decisa. Camminata fin qui di venti minuti, ne rimangono altri trenta per giungere alla Castella semi-distrutta.
Uno dei tanti segnali bianco-rossi del Cai, qui il sentiero è praticamente un viottolo. Larghezza e difficoltà variano molto lungo il tragitto, circa 50 minuti per un escursionista medio.
Un tratto del sentiero per Lignana, qui di larghezza media e di pendenza modesta.
Un antico edificio, di fronte alla Chiesa di Lignana, per fortuna si notano recenti lavori di restauro, specialmente al tetto. Sullo sfondo si intravede la Chiesa.
Una foto dell’abside con ben visibile il robusto tendone che copre il tetto della Chiesa, in attesa, si spera, di definitivi restauri.
Un dettaglio dell’abside e del bosco che circonda Lignana.
Due suggestive foto dell’interno della Chiesa. Una Croce di legno un po’ sbilenca, la luce che penetra dall’abside, una icona poggiata sulla sinistra dell’altare di pietra; un registro accoglie le firme dei pochi visitatori.
Foto di un lato della Chiesa con la evidente copertura di un tendone ben fissato alle antiche pietre.
Ancora uno scatto con l’abside della Chiesa.
Lignana. Una delle porte di ingresso alla Castella.
Tratto di mura con una delle porte di accesso alla “Castella”: questi blocchi di pietra hanno resistito alla distruzione dei Pisani e dei Fiorentini e ad oltre 600 anni di abbandono nel bosco.
English version (summary)
PHOTO-NEWS 25th: THE ELEVENTH SEMI-DESTROYED CASTLE-VILLAGE, LIGNANA (MOUNTAINS OF PESCIA).
Suggestive remains in the woodland: a romanesque Church spared, tracts of walls, one of the doors, ruins of a tower and houses. The ties with Fra’ Domenico Buonvicini sentenced to death with father Girolamo Savonarola. The strange case of a castle destroyed both by enemies and by … the friends.
While the ten castles of the “Svizzera Pesciatina” can all be reached today by car, there is also the eleventh, Lignana, hidden in the forest of the mountain with the same name, the only uninhabited, destroyed or almost, which requires a minimum of twenty to a maximum of fifty minutes walking, for medium hikers, depending on the starting point and slope chosen.
Translation by the editorial staff
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